In relazione al recente post dedicato all'interessantissima operazione di "re-imagining" del repertorio di quello che un tempo fu il progetto "Wind" (o "Wind Collectors") a cura di Alessandro Monti, mi è ritornato alla mente un'operazione analoga - ma profondamente differente - che avevo intrapreso nel 2018, pubblicandola online proprio nel Novembre di quello stesso anno.
Pubblicando il post dedicato a quanto prodotto da Alessandro, e leggendo poi la scheda integrativa disponibile online nel sito di riferimento, un sorta di "press release" info, ho nuovamente avuto modo di riflettere sul significato quasi "magico" della "contemporanea asincronicità" con cui due componenti originali del progetto hanno saputo reinterpretare e ribadire con forza (e scopi probabilmente sostanzialmente analoghi) il valore di quella musica, il significato VERO di quel progetto iniziato nel lontanissimo 1991 e ribadire (questa volta) senza acrimonia alcuna, quanto veleno - quello stesso progetto - abbia portanto nelle nostre vite in questi ultimi trent'anni.
Saperlo apprezzato a livello internazionale (benchè troppo spesso vedendolo riferito ad un solo componente ... e probabilmente all'umano che meno si è dimostrato interessato a farlo vivere, ma che con grande, grandissima abilità ha saputo sfruttare tutto pro domo propria) è sempre motivo ambivalente di soddisfazione e frustrazione, ma è innegabile che nonostante tutto questo "successo" la musica del progetto "Wind" ha semplicemente dimostrato il valore della musica a prescindere dai suoi stessi interpreti e/o autori (ma qui il discorso sarebbe particolamente complicato e scivoloso e non ho nessuna voglia di affrontarlo in questo contesto).
Comunque sia ...
il mio "I GIORNI DEL VENTO" rappresenta proprio una mia riflessione su quella stagione gravida di idee e arida di soddisfazioni (umane soprattutto)
ed è il tentativo di far presente (a chi mai ne venisse in contatto) che nei suoni (come nella vita) non esiste una sola verità ... e anche nei suoni (come nella vita) la "verità" dominante è quella meno "vera" ... anche se confortata dai tramonti sulla spiaggia o dalle autodeterminazioni d'ambiente ... ascoltare per credere.
Alla fine, la musica è SEMPRE altrove rispetto agli stessi musicisti che la generano ... e questo aspetto è una grandissima fortuna per l'universo.
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